Giovedì 12 maggio 2016, alle ore 15, nell’Aula 27 ed. A dell’Area della Ricerca del CNR di Pisa, via G. Moruzzi 1, si terranno i Seminari “La prevalenza di sintomi/malattie respiratori sta ancora aumentando?: epidemiologia”, relatrice la Dr.ssa Sandra Baldacci e "La prevalenza di sintomi/malattie respiratori sta ancora aumentando?: i vecchi e nuovi studi pisani”, a cura della Dott.ssa Sara Maio.
La relazione della Dott.ssa Baldacci prende spunto da recenti evidenze scientifiche nazionali e internazionali che hanno mostrato che la prevalenza di sintomi/malattie respiratorie sta ancora aumentando nella popolazione generale.
Uno studio Europeo su giovani adulti ha mostrato un aumento di asma fino al 6.6% e di rinite allergica fino al 30%. Studi sul trend della broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) hanno invece portato a risultati contrastanti, mostrando in alcuni casi stabilità o riduzione.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità prevede che diventerà a livello mondiale la terza causa di morte nel 2030 e che nel 2020 la disabilità BPCO-correlata passerà dal nono al quinto posto. Alcune evidenza hanno sottolineato come la BPCO sia ampiamente sottostimata e sotto-diagnosticata.
In accordo ad un position paper dell’American Thoracic Society, i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie respiratorie rimangono il fumo di tabacco, l’esposizione occupazionale e l’inquinamento atmosferico. Quest’ultimo, sia esterno sia domestico, è associato allo sviluppo della BPCO, influenzando durante l’arco della vita, insieme ad altri fattori di rischio, lo sviluppo della funzionalità polmonare.
Per quanto riguarda l’incremento delle malattie allergiche, è improbabile che possa essere chiamata in causa solo una modificazione della predisposizione genetica per giustificarne l’aumentata incidenza, perché le modificazioni genetiche richiedono diverse generazioni per esprimersi. Invece, l’aumento della prevalenza di queste malattie è troppo rapido per essere attribuito unicamente a modificazioni genetiche intercorse nelle popolazioni. Sono quindi i fattori ambientali come le modificazioni climatiche, l’inquinamento dell’ambiente esterno e domestico e i mutati stili di vita a potere spiegare almeno in parte la maggiore frequenza di malattie respiratorie su base allergica e di asma.
L’incrementato impatto delle malattie respiratorie sulla popolazione fa emergere la necessità di pianificare indagini epidemiologiche longitudinali al fine di monitorare lo stato di salute della popolazione e ampliare le conoscenze sui fattori modificabili potenzialmente associati a tale trend temporale.
La relazione della Dott.ssa Sara Maio parte dalla considerazione che pochi studi epidemiologici su campioni di popolazione generale hanno stimato il cambiamento nella prevalenza di malattie e sintomi respiratori prendendo in considerazione un arco temporale di lungo periodo. In Italia, uno studio svolto dall’Unità di Epidemiologia Ambientale Polmonare (EPAP) dell’Istituto di Fisiologia Clinica (IFC) del CNR di Pisa ha dato la possibilità di quantificare i cambiamenti nei tassi di prevalenza di sintomi e diagnosi di asma, rinite allergica e Broncopneumopatia Cronico Ostruttiva (BPCO) a distanza di 25 anni dal primo studio. Un ampio campione di persone residenti nell'area urbana di Pisa e in quella suburbana di Cascina ha partecipato a tre indagini epidemiologiche condotte negli anni 85-88, 91-93, 2009-11. Dai risultati delle analisi statistiche è emerso che dalla prima alla terza indagine la prevalenza è più che raddoppiata per: attacchi d’asma (dal 3.4 al 7.2%), rinite allergica (dal 16.2 al 37.4%), espettorato (8.7 al 19.5%) e BPCO (2.1 al 6.8%). La ricerca ha inoltre evidenziato come le abitudini al fumo e l’esposizione lavorativa siano ancora fra i più importanti fattori di rischio per le affezioni respiratorie. Il "fattore urbano" è un altro importante fattore di rischio sia per le allergopatie sia per le malattie croniche ostruttive.
Ulteriori indagini su questo campione di popolazione hanno dato la possibilità di valutare i fattori di rischio associati allo sviluppo di tali patologie: analisi sul campione longitudinale hanno infatti mostrato come la sensibilizzazione ai pollini/muffe sia un fattore di rischio per l’incidenza di rinite allergica e quella agli acari per l’incidenza di sintomi/diagnosi di asma.
Il più recente studio AGAVE (Asma Grave: follow up di coorti epidemiologiche e cliniche, tramite registro e questionari; appropriatezza terapeutica e valutazione degli esiti, in rapporto alle linee guida GINA) (2010-2014), ha permesso di indagare l’evoluzione della patologia asmatica nel campione pisano. In particolare, ha preso in considerazione i soggetti che nelle precedenti indagini avevano riportato sintomi/diagnosi di asma valutando il livello di gravità attuale della malattia. Le analisi hanno mostrato l'importanza dell'asma non controllato sulla progressione della malattia: 51.7% di asma grave nei soggetti che avevano precedentemente riportato sintomi e diagnosi di asma vs 14.5% nei soggetti che avevano riportato solo diagnosi e 19.2% solo sintomi.
Punto di forza per l’inversione di tale trend all’aumento delle malattie respiratorie è la prevenzione e l’educazione dei pazienti. In tale ambito nasce il progetto europeo AIS_LIFE, condotto a Pisa dall'Unità di Ricerca EPAP con l’obiettivo di fornire ai soggetti allergici un sistema informativo integrato che permetta loro di gestire al meglio la propria patologia, riducendo i sintomi e migliorando la qualità della vita.
Di seguito i curricula delle relatrici