Per l’appuntamento del 23 Ottobre 2014 dei Seminari IFC, Caterina Cinti parlerà sul tema “Dal 7 ° PQ a Horizon 2020: l'esperienza di un Esperto Valutatore della Commissione europea”, alle ore 15.00 nell’aula 27 ed. A dell’Area della Ricerca del CNR di Pisa, Via G. Moruzzi 1.seminari ifc1

Caterina Cinti è Responsabile della UOS IFC di Siena; la sua grandissima esperienza è testimoniata dalla sua ampia produzione scientifica di eccellenza, dai premi e dai riconoscimenti, quale appunto quello di essere da anni Expert Evaluator dei progetti presentati da tutta Europa ai frameworks europei.

Il nuovo programma quadro di ricerca e innovazione 2020 andrà oltre il 7 ° PQ in ambito e ambizione. Tuttavia, 7 ° PQ ha già affrontato molti dei temi che i programmi Horizon 2020 intendono approfondire. Rispetto al 7 ° PQ, Horizon 2020 intende finanziare progetti che intendono risolvere sfide specifiche (o aspetti particolari), piuttosto che prescrivere gli argomenti di ricerca specifici che devono essere affrontati. In molti casi, vorrà dire azioni multidisciplinari, multi-attore che riuniscono diverse competenze in tutta Europa e oltre, in uno spirito di continuità con i temi del 7 ° PQ.

Sulla base dei cambiamenti sulle priorità dal 7° PQ al programma Horizon 2020 sono cambiati anche i criteri di valutazione e le raccomandazioni della UE agli esperti valutatori, da adottare durante la valutazione indipendente e le discussioni dei panel.

Sulla base della sua esperienza come esperto valutatore della Commissione europea da FP4 al 7PQ programma, Cinti presenterà una panoramica sui processi di valutazione, l'orientamento su specifici criteri adottati durante la valutazione e che cosa è cambiato dal 7° PQ a Horizon 2020 in termini di priorità e criteri di valutazione. Saranno dati anche utili suggerimenti su come rendere più accattivante il progetto UE presentato per esperti del valutatore indipendente.

Di seguito il punto di vista del coordinatore di progetto, con il seminario “Il progetto integrato del 7° PQ SensorART: un'esperienza di coordinamento”, nel quale la Dott.ssa Maria Giovanna Trivella, primo ricercatore CNR dell’IFC di Pisa, condivide la sua esperienza di coordinare un progetto integrato molto complesso, in area ICT, una vera sfida per un medico.

La Dott.ssa Trivella è conosciuta internazionalmente per la sua attività di ricerca in ambito cardiologico, testimoniata non solo dall’ampia letteratura di eccellenza che la vede protagonista da molti anni, ma anche dai numerosi progetti di importanza strategica, dai premi, dalla partecipazione ai più importanti comitati scientifici, sia livello nazionale che internazionale. Non solo continua a mettere la sua esperienza a disposizione delle nuove generazioni, ma mantiene vivo il suo impegno sociale, sia attraverso le sue iniziative a carattere medico che politico.

Di seguito l’abstract (in inglese) del seminario.

At the end of SensorART project (www.sensorart.eu) i like to share the experience of coordinating a very complex integrated project, in ICT area, a real challenge for a medical doctor. The adventure started in 2009 when in a call the key word “artificial heart” appeared. I had in a remote file of previous activity, done in the ninety years, the memory of the experiments on artificial heart and ventricular assist devices (VAD) together with my participation to the European Concerted Action of Biomed I in the same matter. The most critical issue from the past experience has been the difficulty of monitoring the interactions between recipient and device: for this reason, the proposal must include an implementation of sensors within the “black box” of mechanical devices. The perspective of an “intelligent” device became the main line of the project. I tried to organize a consortium with a scientific core of research units which knew each other and/or worked already together. I took advantage from the interdisciplinary framework of IFC as well as from the frequent collaboration with bioengineers in the field of medical device design and validation. A new acquisition for defining the consortium has been the ICT components, because this area at the European level was unknown at that time. Same problem for the budget definition and its different attribution for specific activities to different partners: an experienced person has been a necessary help. After the hearing and negotiation steps I had in my hands 13 partners, including IFC: 3 SMEs, 3 Universities, 4 Res. Centres including Niguarda Hospital, and 3 Large Enterprises. The activities of the project, due to the different areas of disciplines and required competences, have been organized in modules, with a strong interaction among all at the end, due mainly to the junior team work, a real added value for the coordinator. The achievements have been: proof of concept of the active implantable, sensorized devices for heart support and its modulation, without cables and with telemetry; demonstration of the importance of telemonitoring wearable devices in the follow up of patients, mainly in the perspectives of increasing number of VAD implantations; promise of biosensors as point of care for patients at home; effectiveness of simulation and modeling in clinical arena for clinical decision and/or for training purposes; potentiality of the specialist decision support system totally built for VAD patients, capable of being more and more efficient by a learning procedure with larger database (to become the first auto-filling database for VAD-patient); usability of PMA (Patient Monitoring Application) and SMA ( Specialist Monitoring Application) as realization of the ambitious challenge of spreading the scenario of telemedicine to the overregulated area of active implantable devices. In perspectives, from SensorART a challenging idea for future research: VAD as transient therapeutic tool for heart recovery!