Il giorno 11 febbraio p.v., alle ore 15.00 nell'Aula 28 dell’ed.A dell’Area della Ricerca del CNR di Pisa, si terrà il seminario dal titolo: "Il rapporto elusivo tra glicolisi e captazione del FDG nel cancro”. relatore il Prof. Gianmario Sambuceti.
L’FDG (18Fluoro-desossi-glucosio) è un analogo del glucosio, usato solitamente nell'imaging biomedico ed in particolare come radiotracciante per la tomografia ad emissione di positroni (PET).
Ad oggi si pensa che l’FDG, una volta captato dalla cellula, venga fosforilato in posizione 6 e rimanga in questa forma perché non può essere metabolizzato attraverso la via glicolitica, fintanto che la molecola rimane radioattiva (e quindi visibile attraverso PET). Infatti, la mancanza del gruppo OH in posizione 2 non permette agli enzimi della glicolisi né alla glucosio 6 fosfato deidrogenasi (G6PD, primo enzima dello shunt dei pentoso fosfati citosolico) di utilizzare questa molecola come substrato.
La nostra ipotesi invece prevede che l’FDG-6-fosfato possa seguire una particolare via, probabilmente simile allo shunt dei pentosi fosfati, ma compartimentalizzata nel reticolo endoplasmico, grazie ad un enzima chiamato esoso 6 fosfato deidrogenasi (H6PD), che è in grado di metabolizzare diversi esosi e non solo il glucosio 6 fosfato. Il seminario verterà sulle ragioni e gli esperimenti a sostegno di questa ipotesi.
L’idea (proposta?) sarebbe quella di eseguire un’analisi metabolomica per verificare se l’FDG incorporato dalla cellula rimane FDG 6 fosfato oppure viene convertito in altre molecole che possono essere indicative di questo metabolismo glucidico reticolare ad oggi sconosciuto. Inoltre sebbene negli anni '80 sia già stata dimostrata la presenza di uno shunt dei pentosi fosfati nel reticolo endoplasmatico, un’analisi proteomica della frazione microsomiale della cellula potrebbe aiutare a confermare il dato precedente e a validare l'ipotesi.
Il seminario vuole essere anche uno spunto per una collaborazione per ricerche congiunte su quali molecole e quali reazioni enzimatiche possono essere studiate con un approccio metabolomico, e quali enzimi possono essere caratterizzati con un approccio proteomico sulla frazione microsomiale di cellule neoplastiche e non.
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