logoArrivano i primi risultati dal progetto BIGEPI (BIG data per la valutazione degli Effetti sanitari acuti e cronici dell’inquinamento atmosferico nella Popolazione Italiana), il progetto che per primo analizza gli effetti sulla salute e la mortalità degli italiani per l’esposizione all’inquinamento nel breve termine e in dettaglio sull’intero territorio italiano.

Che l’inquinamento sia nocivo per la salute è noto da diverso tempo. Ora lo studio del progetto BIGEPI, portato avanti dall’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR in collaborazione con INAIL e vari enti italiani che si occupano di epidemiologia e protezione ambientale, sta analizzando in modo molto dettagliato le associazioni tra la salute delle persone che abitano i singoli territori italiani, suddivise per sesso ed età, i livelli di vari inquinanti e le condizioni meteo cui sono esposte e le malattie cui esse sono soggette.

BIGEPI è un progetto per certi aspetti primo nel suo genere, in quanto fornisce risultati che correlano l’aumento di un ampio spettro di patologie e mortalità con fattori ambientali ed atmosferici, con un dettaglio sul territorio nazionale di appena 1 km. BIGEPI ha infatti utilizzato le mappe di concentrazione degli inquinanti, raccolte col precedente progetto INAIL-BEEP, incrociandole con i dati ISTAT sulle cause di decesso della popolazione.

I primi risultati scientifici mostrano come l’esposizione alle polveri sottili (PM10 e PM2.5) aumenti il rischio di mortalità a breve termine per varie condizioni: cause naturali, problemi cardiovascolari, respiratori e nervosi. Nelle aree caratterizzate dalla presenza di uno dei 61 impianti industriali rilevanti per l’ambiente, individuati nel Paese, ovvero attività produttive dotate di ciminiere, il rischio di morte e ricovero per cause respiratorie aumenta, in particolare nei comuni adiacenti alle sorgenti inquinanti. Dallo studio risulta che anche coloro che vivono in aree rurali, risultano esposti ai medesimi rischi, dovuti all’inquinamento da polveri, di chi vive in città o in zone periferiche. L’esposizione a biossido di azoto, un gas prodotto dalla combustione ad alta temperatura, per esempio da automobili ed industrie, si associa, invece, ad un aumento di mortalità per problemi respiratori e metabolici.

Lo studio ha inoltre evidenziato come la mortalità aumenti anche per chi è maggiormente esposto a temperature molto basse o molto alte, che causano un aumento di casi di morte per cause naturali o legate a malattie cardiache, vascolari, respiratorie, mentali, nervose e metaboliche, incluso il diabete. Questi effetti sono più pronunciati ad alte temperature, in particolare per le cause respiratorie, nervose e mentali: prospettiva poco confortante, considerando che in un prossimo futuro dovremo combattere con temperature sempre più variabili a causa dei cambiamenti climatici.

Nel corso del prossimo anno di studio, saranno indagati ulteriormente i dettagli dell’inquinamento nei siti industriali, andando a definire meglio sia le singole porzioni e tipologie di territorio interessato alle emissioni inquinanti, che le zone di maggiore esposizione al rischio.


Per approfondimenti sul progetto leggi la nostra newsletter visita il sito https://bigepi.it o partecipa al seminario satellite che verrà organizzato il 29 Giugno durante il Convegno dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) che si terrà a Padova.