Dal piacere alla dipendenza: meccanismi di ingresso e vie di fuga
Nel 1969, in piena contestazione giovanile, la famosa rivista LIFE riportava: la controcultura ha i suoi sacramenti nel sesso, nella droga e nel rock. Pochi anni dopo, Ian Dury, musicista punk britannico, traduceva, nella sua celebre canzone “Sex & Drug & Rock & Roll", l'antico sentimento popolare del “wine, women and song” (tradotto in valzer da Johann Strauss Jr), ovvero il nostro “bacco tabacco e venere”, divenuto modello culturale di un edonismo sganciato da meccanismi di controllo. Prendendo spunto da questa celebre canzone, questo appuntamento di Incontri nell’Atrio affronta il tema del piacere, della sua centralità nella vita di ognuno di noi e dell’elusivo rapporto tra piacere e dipendenza. Il piacere è da sempre oggetto di studio tanto delle discipline umanistiche quanto di quelle scientifiche. Per Aristotele il piacere era un abito conforme a natura, per Epicuro assenza di dolore, per Socrate virtù, e per Platone qualcosa di astratto, spirituale, che liberava l’anima dalla corporeità. La moderna neurofisiologia ha identificato l’esistenza di vie neuronali e sistemi ormonali predisposti alla regolazione del piacere: il piacere è quindi un “atto fisiologico”. La fisiologia del piacere implica il fatto che, se da una parte il piacere può essere regolato, dall’altra la “manomissione” dei meccanismi regolatori potrebbe portare ad un’alterazione di questo controllo sino ad arrivare a pulsioni autodistruttive (Lacan 1971). La complessità del tema trattato imponeva un approccio multidisciplinare. Per questo motivo, nel nostro incontro si ricorre a linguaggi differenti, da quello proprio al mondo della scienza a quello musicale e letterario. Il tutto in una cornice decontestualizzata dal mondo scientifico ma dotata di capacità comunicative intrinseche: il Teatro, da vivere come luogo di trasmissione delle conoscenze, qualunque sia la loro natura e provenienza, da quelle oggettive, proprie della scienza, e quelle soggettive, esperienziali, proprie della vita di un individuo, che sia artista o uomo comune, si incontrano nel tentativo di dare un messaggio il più possibile integrato, e sicuramente più ricco perché proveniente da più fonti. In questa prospettiva, si è creata una rete di collaborazioni tra Gli Incontri dell'Atrio (Istituto di Fisiologia Clinica e Fondazione Toscana G. Monasterio) e il Comune di Vecchiano, che si è fatto direttamente promotore dell’evento, e l’associazione Dottore Pietro Ciccorossi, con cui il ciclo di seminari collabora già da tempo, e che ha tra i suoi obiettivi la divulgazione delle conoscenze scientifiche.